Santa Francesca Saverio Cabrini
vergine
Tra il 1901 e il 1913 emigrarono nella sola America 4.711.000
italiani, di cui 3.374.000 provenivano dal meridione; un vero
morbo sociale, un salasso, come lo hanno definito politici e
sociologi (anche se non è mancato chi, come Nitti, ha avuto il
coraggio di dire che l'emigrazione era un affare per lo Stato,
cui recava valuta estera senza rischi di capitali). Ma accanto
ai drammi che l'emigrazione suscitò, bisogna ricordare ancor
oggi una fragile maestrina di S. Angelo Lodigiano, Francesca
Cabrini, nata nel 1850, ultima di una nidiata di tredici
bambini, che al fenomeno della emigrazione non guardò con gli
occhi del politico né del sociologo, ma con quelli umanissimi
di donna, cristiana, meritando il titolo di madre degli
emigranti.
Orfana di padre e di madre, Francesca avrebbe voluto chiudersi
in convento, ma non fu accettata a causa della sua malferma
salute. Accettò allora l'incarico di accudire a un
orfanotrofio, affidatole dal parroco di Codogno. La giovane,
da poco diplomata maestra, fece molto di più: invogliò alcune
compagne a unirsi a lei, costituendo il primo nucleo delle
Suore missionarie del Sacro Cuore, poste sotto la protezione
di un intrepido missionario, S. Francesco Saverio, di cui ella
stessa, pronunciando i voti religiosi, assunse il nome. Come
il santo gesuita, avrebbe voluto salpare per la Cina, ma
quando venne a conoscenza della colpevole incuria e del dramma
della disperazione di migliaia e migliaia di emigranti
italiani, scaricati dalle stive delle navi nel porto di New
York privi della minima assistenza materiale e spirituale,
Francesca Saverio Cabrini non ebbe esitazioni.
Anche lei nella prima delle sue ventiquattro traversate
oceaniche condivise i disagi e le incertezze dei nostri
compatrioti; ma è straordinario il coraggio con cui affrontò
la metropoli statunitense e seppe districarvici per stabilirvi
il punto d'incontro e di soccorso degli emigranti. Per prima
cosa badò agli orfani e agli ammalati, costruendo case, scuole
e un grande ospedale a New York, poi a Chicago, quindi in
California, allargando poi la sua opera in tutta l'America,
fino all'Argentina.
A chi si mostrava con lei ammirato per il successo di tante
opere, madre Cabrini rispondeva con sincera umiltà: "Tutte
queste cose non le ha fatte forse il Signore? ". Tradotte in
cifre queste opere costituivano ben trenta fondazioni in otto
diverse nazioni. La morte la colse sulla breccia, dopo un
ennesimo viaggio, a Chicago, nel 1917. Il suo corpo venne
portato trionfalmente a New York, nella chiesa annessa alla
"Mother Cabrini High School", perché fosse vicino agli
emigrati.
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